Quella che comunemente chiamiamo “cervicale”, porta in realtà il nome di Cervicalgia: si tratta di un dolore costante che ha origine all’altezza del collo, che lo porta ad irrigidirsi e ne rende difficoltosi e dolorosi i movimenti.

Proprio per il suo essere comune, viene spesso sottovalutata e trattata con metodi casalinghi e terapie auto prescritte: nulla di più dannoso, soprattutto nei casi in cui il disagio diventa cronico.

Le cause

La Cervicalgia è un dolore conseguente ad un’infiammazione nell’area delle vertebre cervicali, responsabili del supporto di collo e testa. È la conseguenza di un elevato stress meccanico nell’area, che può avere natura da numerose situazioni e di diverso tipo.

Nella maggior parte dei casi, è dovuta a dei traumi occasionali, a dei movimenti bruschi e improvvisi; è il caso quindi di infortuni e “colpi di frusta” (tipici degli incidenti stradali).

Spesso, invece, la sua natura è da ricercarsi in una postura scorretta tenuta per un lungo periodo di tempo o in cattive abitudini posturali (soprattutto per chi, ad esempio, rimane quotidianamente a lungo seduto alla scrivania o alla guida). Anche l’assunzione di una postura scorretta durante il sonno rientra in questi scenari.

Rischia di farci rimanere legati a questo antipatico compagno anche una elevata quantità di stress, che causa una generale eccessiva tensione muscolare.

Meno frequentemente, la Cervicalgia può dipendere da alterazioni della curvatura della colonna vertebrale (scoliosi, cifosi dorsale o lordosi lombare) o essere sintomo di malattie come artrite reumatoide e osteoartrosi, che determinano una progressiva degenerazione delle ossa, oppure di un’ernia al disco.

Distinzioni e classificazioni

La Cervicalgia, nella sua naturale forma, provoca dolori e disagi in un’area circoscritta. Tende, però, a diffondersi in direzione delle spalle e delle braccia: in questo caso, viene chiamata sindrome cervico-brachiale. Si fa riferimento, invece, ad una sindrome cervico-cefalica quando i dolori al collo sono accompagnati da mal di testa.

Questa condizione viene distinta anche in base alla sua intensità e persistenza: si dice acuta quando il dolore dura meno di quattro settimane e subacuta quando si protrae per un numero di settimane tra le quattro e le dodici. Nei casi in cui la sua persistenza è maggiore alle dodici settimane, la Cervicalgia è classificata come cronica.

Come prevenirla

La prevenzione della Cervicalgia non può, ovviamente, aiutarci ad evitare traumi accidentali o l’insorgere di patologie.

L’obiettivo è evitare che il collo mantenga a lungo posizioni scorrette.

Dei piccoli accorgimenti possono aiutare: non dormire a pancia in giù, posizionare televisore e schermo del PC alla giusta altezza, sistemare correttamente il sedile dell’auto… Nessuna, però, sarà una soluzione efficace quanto la tonificazione dei muscoli della zona interessata, che sarà così meno soggetta a contratture, e l’allenamento ad una buona postura.

Il nostro consiglio è quindi quello di svolgere esercizi mirati al rafforzamento dei muscoli del collo ed esercizi correttivi della postura.

Cure e rimedi

A seconda della natura e dell’intensità del dolore, si valuta come intervenire.

Prima di tutto, sarebbe importante garantire riposo alla zona, eventualmente anche tramite l’ausilio di un collare ortopedico. Sono consigliate la terapia del caldo, utile a rilassare i muscoli, e la terapia del freddo, che agisce sull’infiammazione.

Quando la zona non risulta più infiammata, ci vengono in aiuto fisioterapia e ginnastica posturale: tramite esercizi appositi potremo prima sciogliere le rigidità ed alleviare il dolore e poi correggere l’eventuale postura scorretta.

In caso di dolore acuto, il medico potrebbe prescrivere farmaci antinfiammatori, antidolorifici e miorilassanti.

Per quanto si tratti di un dolore circoscritto, la Cervicalgia è una condizione davvero scomoda e spesso invalidante: vale la pena, allora, far di tutto per tenersene alla larga o allontanarsene il più in fretta possibile!