Con il termine Insulino-resistenza si fa riferimento ad una condizione per cui le cellule muscolari, quelle epatiche e quelle adipose non rispondono adeguatamente all’ormone dell’insulina, non riconoscendone le molecole o impedendone la regolare attività.

L’insulina ha il compito di aiutare le cellule ad assorbire il glucosio presente nel sangue e di diminuirne la produzione da parte del fegato. In un soggetto affetto da Insulino-resistenza, questo assorbimento risulterà meno efficace.

Per compensare, il corpo inizia a produrre quest’ormone in quantità maggiori, portando in molti casi il soggetto a sviluppare l’iperinsulinemia, che può a sua volta evolvere in prediabete o diabete mellito di tipo 2.

Quali le cause?

Le condizioni che scatenano questa patologia possono essere di diversa natura.

Si parla di origine ormonale quando ormoni come cortisolo, adrenalina o glucagone (antagonisti dell’insulina) risultano presenti nel corpo in quantità eccessive.

Patologie come leprecaunismo e Rabson-Mendenhall portano i recettori insulinici ad essere parzialmente o totalmente inattivi: si parla invece, in questi casi, di origine genetica.

L’origine può essere poi anche farmacologica, quando la sindrome è conseguenza di assunzioni prolungate nel tempo di glucagone sintetico o di corticosteroidi, come succede in seguito a trapianti d’organo o in presenza di malattie autoimmuni.

L’ultima, ma non per importanza o per incidenza, origine possibile è quella determinata da uno stile di vita sedentario ed un’alimentazione scorretta.

Contrastare l’Insulino-resistenza

 Per l’insulino-resistenza, non esistono cure.

Nonostante alcuni farmaci impiegati nella cura del diabete, come la metaformina, stiano portando risultati positivi nel contrastare gli effetti di questa patologia, il consiglio più sentito resta quello di intraprendere un percorso che punti al miglioramento dello stile di vita.

Le attività suggerite per contrastare questa condizione mirano principalmente alla perdita di peso ed all’aumento del movimento fisico.

L’introduzione della terapia farmacologica è preferita solo nei casi in cui il cambiamento di stile di vita non risulta da solo sufficiente.

Per quanto riguarda l’alimentazione, vengono solitamente proposti dei protocolli alimentari come quello chetogenico, oppure delle diete povere di carboidrati, che prediligono carboidrati complessi (fibre e cereali), ipocaloriche oppure ipolipidiche.

L’attività fisica si rende fondamentale: oltre a venire in aiuto aumentando il dispendio energetico, contrasta il meccanismo su cui l’Insulino-resistenza funziona.

Un muscolo attivo è un muscolo sensibile all’azione dell’insulina: vien da sè che quindi un corpo in movimento è un corpo che, seppur affetto da questa patologia, riesce al massimo delle sue capacità a contrastarne l’andamento.

 

Ancora una volta, esercizio fisico e alimentazione si rivelano strumenti che hanno grande influenza sulla nostra salute, che sia in senso negativo o in senso positivo e risolutivo. Sta a noi comprendere il loro potere e sfruttarlo al meglio!